Al via le discussioni per il rinnovo del Ccnl Industria alimentare e delle cooperative di trasformazione

Categoria: | 30-04-2019

ccnl industria alimentareLa fine di quest’anno si chiuderà, per le categorie sindacali che seguono il comparto agroalimentare (Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil), con un importante impegno. Scadrà infatti il CCNL dell’industria alimentare e delle cooperative di trasformazione. Le  federazioni sono  tuttavia già da tempo impegnate nel giro di assemblee per illustrare ai lavoratori l’ipotesi di piattaforma che sarà poi presentata alla controparte. Le assemblee si concluderanno entro l’8  maggio per permettere ai Direttivi regionali  (previsto, per il Veneto, il 7 maggio a Padova) di riunirsi e discutere dei verbali con la valutazione politica delle indicazioni emerse dalle assemblee stesse ed eventuali emendamenti alla bozza di piattaforma presentata. Valutazioni che saranno poi fatte pervenire alla Commissione Nazionale unitaria, che si riunirà a Roma nei giorni 16 e 17 maggio, per elaborare il testo finale della piattaforma.

Quella che si va a presentare, è una piattaforma dai contenuti politici molto importanti ed innovativi, con richieste rilevanti che basano il loro fondamento su due pilastri: da un lato la crescita importante del settore negli ultimi anni, di gran lunga superiore agli altri comparti, che ha fatto registrare un aumento della produttività del 4,9%. L’export, in particolare, ha visto raddoppiare il proprio valore negli ultimi 10 anni, dimostrando che il made in Italy è ancora un valore aggiunto che ci permette di essere dei competitor forti sulla scena del mercato globale.

Dall’altro lato però, si ritiene che   la tanta  ricchezza generata non sia stata equamente redistribuita soprattutto tra chi, quella ricchezza, l’ha prodotta: i lavoratori, senza le cui competenze e professionalità non si sarebbe potuto registrare l’ottima performance del settore. E’ su queste basi che è stato proposto un aumento salariale di 205€ (a parametro 137), di gran lunga superiore agli aumenti concessi negli ultimi rinnovi.

Da questi due assunti principali si è poi dipanato il dibattito circa le richieste avanzate nella bozza della piattaforma: richieste economiche, welfare, organizzazione del lavoro, uniformità dei diritti, sono il fulcro centrale di quello che si immagina voler essere il futuro quadro normativo all’interno del quale si svilupperanno diritti e doveri dei lavoratori del settore. Vengono introdotti concetti nuovi da un punto di vista normativo come quello , ad esempio, della “comunità di sito”: una singola unità produttiva all’interno della quale però si articola la vita lavorativa di due tipologie di  dipendenti. Quelli assunti direttamente  dall’azienda e  quelli dipendenti da ditte terze, che svolgono attività di supporto alla produzione. Negli ultimi anni, infatti, l’ingresso di ditte terze (basti pensare alle cooperative, ad esempio) all’interno degli stabilimenti produttivi è stato arginato solo grazie alla forza del  Ccnl, che prevede l’impossibilità di appaltare fasi strettamente produttive a ditte esterne, e che tuttavia sono state ampiamente utilizzate per tutti quei servizi relativi alla logistica,  servizi di portineria, pulizie; si ritiene necessario inserire nel contratto una parte specifica dedicata a  tutti quei lavoratori che svolgono la loro attività in maniera continuativa all’interno del perimetro aziendale, avviando una fase sperimentale di accordi volti a spingere le aziende a re-internalizzare alcune fasi lavorative che oggi risultano essere perlopiù esternalizzate. Altro passaggio importante è la ridefinizione delle declaratorie, troppo spesso non adeguate a “fotografare” le competenze dei lavoratori, e che non tengono in debito conto delle professionalità di ognuno. Sulla falsariga di quanto appena descritto, si è reso necessario introdurre il concetto di “diritto alla formazione continua” per i lavoratori, che non si esaurisca nel mero espletamento della formazione obbligatoria, ma che miri a rafforzare ed ampliare le specifiche competenze di ognuno, attraverso la costruzione di percorsi formativi ad hoc. Cosi come è necessario che vengano aumentate le ore di formazione e confronto degli rls, sia fra di loro, nel caso delle comunità di sito, che con tutti gli organi deputati al controllo e gestione della salute e sicurezza.

Rafforzamento dei permessi per conciliare i tempi vita-lavoro, ed aumento delle prestazioni legate al welfare fanno da corollario ad una proposta ricca ed articolata.

Una piattaforma importante quindi, che nel voler rafforzare  la contrattazione di secondo livello,  attraverso la figura del delegato Rsu e nel suo carattere inclusivo, fonda la ragione delle nostre richieste.

Non sappiamo ancora cosa succederà da qui ai prossimi mesi; se la bozza sarà definitiva e la piattaforma presentata cosi com’ è, è possibile che troveremo parecchi ostacoli lungo il percorso. La frammentazione della controparte, che ha già dichiarato in un comunicato stampa che la bozza di piattaforma presentata non è ricevibile,  la congiuntura economica sfavorevole con crescita zero e lo spettro della recessione, l’incertezza politica, non rendono facile il cammino che si delinea da qui al prossimo anno. Al precedente rinnovo è stato necessario proclamare uno sciopero di 4 ore (a cui ha aderito la stragrande maggioranza dei lavoratori) e la minaccia di un secondo, per ottenere l’accordo. Non ci resta che aspettare adesso i prossimi sviluppi ed essere pronti ad accettare tutte le possibili sfide che si presenteranno.

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